15 aprile 2001 | IL CENTRO NIVOMETEOROLOGICO DELLA REGIONE LOMBARDIA | |
La ricerca nivologica, lo studio
delle valanghe, l’impegno nel campo della previsione e prevenzione non
sono di oggi; c’è una storia alle spalle nella quale l’Alta Valtellina
ha, da sempre, giocato un ruolo importante. Ne abbiamo parlato con il geologo
bormino Giovanni Peretti, responsabile del Centro Nivo Meteorologico della
Regione Lombardia che ha sede a Bormio ed a cui fanno campo oltre 30 stazioni
di rilevamento manuale ed automatico di tutti i dati meteorologici. Una
struttura ed una rete di osservazione del territorio che forse non tutti
conoscono...
Più che una intervista è stata una chiacchierata attraverso la quale conoscere più a fondo le origini, la storia, il percorso seguito dalla fondazione ai giorni nostri di questo importante centro di rilevamento ed osservazione, fiore all'occhiello della Regione Lombardia, ma soprattutto per capire quali sono state le motivazioni che hanno spinto, anni addietro, un gruppo di "tenaci montanari" ad interessarsi scientificamente di neve e valanghe. Giovanni Peretti, attraverso una rapida carrellata, ci racconta la cronistoria dalla nascita ai giorni nostri di questo importante centro. Tutto ebbe inizio nel 1956, all’indomani di una serie di avvenimenti importanti e tragici legati alla caduta di valanghe. In particolare gli eventi valanghivi di Livigno del 1951, la molla che fece scattare nella popolazione valtellinese, e soprattutto negli amministratori, questo interessamento particolare alle precipitazioni nevose con riferimento al discorso valanghe. L'organismo che prese "in carico", in quell'anno, la questione valanghe fu l'Ispettorato Ripartimentale delle Foreste di Sondrio che attraverso un gruppo di guide alpine, inviate appositamente a Davos in Svizzera per partecipare ad un corso specifico sulle valanghe, riuscì a creare un gruppo di esperti nel settore. Sempre nel 1956 l'Ispettorato costituì il Centro di Osservazione Neve e Valanghe. La sede scelta in provincia di Sondrio fu Bormio, soprattutto per la vicinanza a Livigno, teatro cinque anni prima della caduta valanghe di straordinarie dimensioni che causarono 7 vittime. I promotori di questa"operazione" (che poi si rivelerà il motore che ha alimentato tutto quello di cui noi attualmente beneficiamo, ovvero il Centro Nivometeo di Bormio) furono Aldo Feliciani e Dorio Fava, guida alpina di Bormio. Nel 1960, a Bormio, fu organizzato il primo corso nazionale per "Osservatori della neve con particolare riguardo alla formazione delle valanghe", un corso questo molto impegnativo e specifico della durata di un mese (con oltre 60 ore di lezioni teoriche e più di 80 ore di esercitazioni pratiche) e a cui aderirono la bellezza di 70 allievi provenienti per la maggiore parte dal Nord Italia. A cavallo tra la fine degli anni sessanta ed i primi del settanta, sulle tematiche e lo studio di neve e valanghe intervenne il Club Alpino Italiano attraverso la sua sede centrale, ma soprattutto grazie all'intervento deciso di due appassionati "montanari" quali Sandro Rovaris di Bormio e Mario Testorelli di Valfurva. Una azione importante che, attraverso una capillare promozione operata dalla stessa sede centrale del C.A.I., portò alla creazione nelle diverse regioni italiane di centri di osservazione chiamati "zone". A Bormio esisteva già il Centro, creato proprio per tale scopo, ed il comprensorio dell'Alta Valtellina poté subito usufruire della molta esperienza maturata direttamente sul campo, rispetto alle altre regioni che dovettero partire da zero. Questo centro è diventato sede della "5a zona del C.A.I.". In questo periodo, precisamente tra il 1960 ed il 1970, nelle Alpi inizia a nascere una fitta rete di stazioni per il rilevamento di neve e di valanghe. A partire dalla fine degli anni settanta, al posto del C.A.I. subentrano le Regioni e Bormio, con una struttura forte della tanta esperienza maturata, in grado di offrire continuità operativa e con una tradizione storica nel campo dello studio di neve e valanghe, venne presa come riferimento dalla Regione Lombardia. Il responsabile della 5a zona del C.A.I. era Mario Testorelli della Valfurva, dipendente regionale. Nei primi anni ottanta la Regione Lombardia prese definitivamente in mano il discorso "neve e valanghe" e nel 1983, in concomitanza delle enormi valanghe cadute proprio durante quell'anno, istituì ufficialmente il Nucleo Valanghe. Il geologo Giovanni Peretti venne affiancato, dalla Regione Lombardia, a Mario Testorelli e tre anni più tardi (1986), con il pensionamento dello stesso Testorelli, diventò responsabile di tale nucleo. In seguito la Regione decise di potenziare il neonato Nucleo Valanghe facendolo diventare "Unità Operativa Organica" e denominandolo, per l'appunto, Centro Nivo Meteorologico. A questa struttura vennero attribuite nuove ed importanti funzioni operative legate non solamente alle valanghe e alla neve, ma anche alla meteorologia, alla glaciologia ed alla sicurezza in montagna. L'anno successivo (1987) l'organico del centro conta nove dipendenti e le competenze geografiche continuano a riguardare tutto il territorio della Regione Lombardia. Negli anni 1990 prende corpo, soprattutto grazie all'interessamento e all'intervento preciso e mirato di Giancarlo Morandi, Assessore regionale competente, il sogno nel cassetto di Giovanni Peretti: costruire una struttura moderna e tecnologicamente avanzata in grado di ospitare il Centro Nivo - Meteorologico. La scelta, ancora una volta viene fatta cadere sull’Alta Valtellina e su Bormio proprio perché sede storica di una struttura che sempre si è mossa in questo ambito. Fu così richiesta la collaborazione dell'amministrazione comunale che mise a disposizione un terreno per costruirvi la sede ufficiale del centro. Nel 1999 fu posata la "prima pietra" da parte dell'Assessore Regionale Elena Gazzola alla presenza di Giancarlo Morandi, nel frattempo diventato Presidente del Consiglio regionale della Lombardia. La nuova struttura è attualmente una realtà e sorge in via Reverberi, in prossimità del Liceo Scientifico "Leibniz" di Bormio; con la stagione invernale 2001/2002 sarà completamente operativo. Lungo il percorso che abbiamo fatto con Peretti questo è un altro importante traguardo per l'intera comunità dell'Alta Valtellina, per la provincia di Sondrio e per la Regione Lombardia. In questo lavoro Giovanni Peretti, oramai prossimo a festeggiare i vent'anni di direzione del Centro, ci ha messo molto del suo. Le energie profuse da lui e da chi lo ha preceduto per ottenere il massimo del risultato, unite ad una passione e ad una esperienza non comuni ed uniche nei confronti della montagna, della neve, degli eventi meteorici e soprattutto delle valanghe, hanno dato i loro frutti. |
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SILVIO MEVIO | ||
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